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7 luglio 1962: in seguito alla decisione della FIAT di ripristinare l'orario di 48 ore settimanali, esplode la «battaglia di piazza Statuto», prima durissima protesta operaia di piazza dell'Italia repubblicana. 14 ottobre 1980: migliaia di quadri FIAT sfilano per protestare contro i picchettaggi e l'occupazione operaia delle fabbriche. È la «marcia dei Quarantamila», che segna la fine della stagione di conflittualità sociale permanente degli anni Settanta. Tra queste due date scorre uno dei periodi più difficili - ma anche più ricchi di istanze di futuro - vissuti da Torino dopo la seconda guerra mondiale. Dopo Italia 61 e il boom economico, dopo la creazione della città-fabbrica e l'immigrazione dal Sud Italia (nel 1971 Torino raggiunge 1.200.000 abitanti), in città esplodono, prima e più che altrove, tutte le contraddizioni di una società in tumultuoso cambiamento. Sono gli anni della contestazione e del terrorismo, della crisi petrolifera e dell' austerity, della nuova rivoluzione industriale che porta a cambiare per sempre il modo di produrre e concepire la fabbrica. E sempre in quegli anni nascono i germi della nuova Torino postindustriale, della città-laboratorio capace, a fine millennio, di cambiare ancora pelle, di reinventarsi immagine e sostanza. Pier Luigi Bassignana osserva questi anni «dalla parte dei torinesi»: raccontandone, con rigorosa leggerezza, gli umori e la vita quotidiana, anche grazie a un ampio apparato iconografico proveniente da importanti archivi cittadini.